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 Il Corriere d'Italia, Gennaio 2006

Quando la vita ed i sogni si incontrano in una mente e in un cuoreeccezionali

Di Maria Venera Russo


8Fotocopertinaweb Bruno Cisamolo vive a Colonia ed è titolare di uno dei più grandi magazzini di specialità italiane di cui è in parte produttore. Figlio di un pastaio, inventore, "per caso" o per ingegno, comincia con l'incarico di costruire pastifici in tutto il mondo. L'Africa, l'America Latina, l'Australia, il Medio e l'Estremo Oriente, sono state le tappe di un affascinante percorso di vita, di cultura, di sentimenti forti e belli. Il ritratto di un vero Italiano, che unisce in sè l’ingegno pratico, l'arte di vivere e quella del bello scrivere. Lo incontriamo nella sua veste di scrittore, alla presentazione del suo ultimo libro "Paradisi di ieri"

Signor Cisamolo, Lei ha deciso di devolvere l'incasso delle vendite del suo ultimo libro "Paradisi di ieri" -sotto forma di borsa di studio- ad un alunno meritevole e bisognoso, dell'istituto superiore bilingue, "Italo Svevo", in onore del fondatore, nonché anima della scuola, Urbano Guescini, recentemente scomparso. Come mai questa decisione?
Nei miei libri parlo sempre della realizzazione di "Grandi sogni". Mi sono reso conto che ci sono altre persone che, come me, lottano per realizzare i loro sogni. Da una parte ci sono i ragazzi -come quelli che frequentano l'Italo Svevo- che sperano di conseguire un titolo di studio, per un futuro migliore; dall'altra, c’è chi, come Urbano Guescini, ha lottato per anni per far sì che il loro sogno diventasse realtà ed una scuola italo tedesca venisse riconosciuta. Con questo mio gesto ho voluto contribuire in parte, alla realizzazione di un piccolo sogno ed al riconoscimento dell'opera del Fondatore dell'Italo Svevo.

Il Suo libro è in italiano e in tedesco. Pensa che i lettori riusciranno a provare le stesse sensazioni in entrambe le versioni?
La parte tedesca è stata affidata a Sarah Wollberg e rivista dalla Dr.ssa Wilma Zeiler, amica mia e socia dell'Associazione per il Gemellaggio delle Città di Colonia e Torino, di cui faccio parte anch'io. Senza dubbio, loro due sono riuscite a tradurre il manoscritto, senza perdere l'atmosfera suggestiva e la musicalità del testo in italiano.

Lei dice che "Paradisi di ieri", non vuole essere un libro autobiografico….
"Paradisi di ieri" è una raccolta di ricordi, di esperienze, di avventure, di impressioni, di sensazioni e soprattutto di sentimenti. In questo libro racconto varie avventure, peripezie ed esperienze fatte in un mondo tanto lontano da noi. È una parte della mia vita, quella che racconto, una vita di cui sono piuttosto orgoglioso.

Può anticiparcene i contenuti?
Alla fine degli anni settanta, Stefania ed io, alla ricerca di una vita vicina alla natura e agli animali, cioè alla ricerca di un mondo di cui ci eravamo innamorati quando vivevamo in Africa, ci siamo trasferiti in Sudamerica, in Bolivia. Sognavamo di vivere nella natura, un po' come Tarzan e Jane, lontani dalla civiltà, anche a costo di nutrirci dei frutti della natura e di vestirci di pelli. Era soltanto un sogno, ma un sogno veramente grande e per quel sogno eravamo disposti a dare molto, forse tutto.

Avete veramente vissuto come Tarzan e Jane?
Mio padre ha sempre detto che per i matti e per gli ubriachi c'è un Padreterno a parte ed è forse per questo che ci è andata bene. In pochi anni ci siamo ritrovati a possedere una grande estancia, cioè un'estensione di prateria sperduta nella giungla dell'Amazzonia, dove abbiamo allevato bestiame allo stato brado. Era un posto veramente da sogno ma anche una vita molto difficile, soprattutto per chi è abituato a vivere nel nostro mondo civile di oggi, a portare la cravatta, a muoversi in ambienti sterilizzati e igienicamente puri, con l'aria condizionata ed a servirsi di un bagno con l'acqua calda corrente ed il bidet. Ma per noi aveva un fascino tutto particolare e ce la siamo veramente goduta. Era per l'appunto un Paradiso di altri tempi, un Paradiso di ieri.

Durante la serata ci ha allietati con uno strumento particolare, l'arpa. Come mai questa scelta?
Volevo ambientare la serata sulla trama del libro, il Sudamerica. Tra gli stili musicali del Sudamerica, -che cambiano radicalmente da una nazione all'altra- quello del Paraguay mi è sembrato il più adatto. Musica allegra, vivace, di influenza argentina. Uno degli strumenti più usati per questo genere di musica è l'arpa. Mi sono ricordato di un brano guaranita, che mi piaceva molto, ma trovare un'arpa paraguaiana qui è impossibile. Dopo varie ricerche, ho avuto la fortuna di trovare un'arpista/solista dell'orchestra del WDR di Colonia, Ulla van Daelen. La sua esibizione e la voce di Charly Wagner del WDR, lettore di alcune pagine del mio libro, hanno fatto, di una serata di presentazione, qualcosa di indimenticabile.

Signor Cisamolo, vuole dire ancora qualcosa sul Suo libro ai lettori del Corriere d'Italia?
Quando voi scorrerete le pagine di Paradisi di Ieri, noterete fin dall'inizio che, in fondo in fondo, questo libro non è altro che una sincera, grande, profonda, sentita, devota e spontanea dichiarazione d'amore. Perché sarà altrettanto chiaro che, senza l'amore della persona che con me ha collaborato, vissuto, diviso, e sofferto tutto questo, senza di lei ripeto, tutto ciò che ho fatto e che racconto in queste pagine non sarebbe mai potuto accadere. Parlo di Stefania, mia moglie.

Bruno e Stefania Cisamolo

 “Abbiamo cercato un Paradiso in Bolivia e lo abbiamo trovato.
Ciò dimostra che i paradisi esistono.
Tutti possiamo cercare il nostro Paradiso.
Qui e oggi.


Oppure possiamo nasconderci nel futuro”.

 

Maria Venera Russo

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