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Insieme-gemeinsam. Marzo 2006

Insieme-gemeinsam. Marzo 2006

Il fascino irresistibile del passato

Di Giovanni Corcagnani

Con Paradisi di ieri Bruno Cisamolo ha portato a termine una nuova impresa letteraria. Nuova, perché segue quelle già concluse con successo: nel 1997 Noi, Terra Marique e l'Atlantico, nel 2000 Quando volano gli angeli, nel 2001 Alle porte del cielo e la quarta Incontri con gli Dei nel 2003. Un'autentica nuova impresa personale, un viaggio letterario nella memoria di una vita straordinariamente intensa.
Nato nel  1937 a Sermoneta ha vissuto sulla propria pelle le privazioni della guerra, i morsi della fame, gli studi sospesi, l'abbandono della casa paterna una forzata carriera iniziale da camionista . . . . Tutto questo non lo ha portato a percorrere il vicolo cieco di una vita rassegnata e priva di ideali. Troppo avida la sua ambizione, troppo ferrea la sua tenacia, troppo imperante il suo desiderio di realizzare qualcosa di nuovo e di grande, fosse anche l'impossibile.
Già negli anni '60 è pioniere degli spaghetti in Kenya. Negli anni 70, i suoi "anni ruggenti", lo hanno visto - quale responsabile del commercio estero della Buitoni - nei posti più caldi del mondo: Lagos, Beyrouth, Aqaba, Anchorage, poi Sydney, Bagdad, Mogadishou e infine - lasciata la Buitoni - a Colonia dove ha assunto la ditta Nadia portandola in breve tempo all'avanguardia in Germania nell'importazione e distribuzione di prodotti alimentari e di vini tipici italiani.
Ma anche questo successo non lo ha accontentato. Troppo profondo il suo amore per la natura, troppo sconfinato il suo spirito avventuriero per fermarsi a Colonia. Il brevetto da pilota, che ha usato per sorvolare le sconfinate steppe africane e sudamericane, e quello dello skipper con cui ha realizzato il sogno di tanti velisti: attraversare l'Atlantico con gli alisei dall'Olanda ai Caraibi, ne sono un documento tangibile. "A volte, scrive, basta soltanto avere una marcia in più e la semplice volontà di innescarla e si riesce a fare della propria vita qualcosa di più e di diverso . . .  Mi piace pensare che la natura mi abbia dotato di questa marcia in più e gliene sono grato . . .  Ho sempre voluto fare qualcosa di nuovo, di diverso ed ho creduto più . . .  nei sogni che nel prestigio, nel benessere e nella carriera. Sognavo l'avventura . . .  con la natura, per la natura e con gli animali."
Il "nuovo " sogno" all'inizio degli anni '80 in Bolivia, nell'interno dell'Amazzonia, dove ha comprato e per alcuni anni gestito in prima persona un'estancia, "con una mandria di migliaia di capi che pascola in una pampa naturale di cento chilometri quadrati in perfetta armonia con la giungla che lo circonda, con una vegetazione fitta di alberi giganteschi, di fiori, orchidee ed immense paludi abitate da giaguari, caimani e uccelli di ogni razza."
Per vivere in Bolivia aveva dovuto prendere iniziative che andavano tutte contro i principi, le regole e le convenzioni con le quali era cresciuto, . . .  una vera e propria pazzia, ma ha avuto il coraggio di farlo, "l'ho fatto ed il tempo mi ha dato ragione."
"In tutto questo,
aggiunge, non sarei riuscito se non avessi potuto contare sul costante sostegno della miglior compagna che ci si possa immaginare: Stefania . . .  un grande dono di Dio . . .  venuta dal cielo apposta per me."
Insieme hanno imparato che "la natura non è soltanto bella, ma è anche dura, difficile e pericolosa.  ". . .  Alla Ceiba quando faceva caldo - e lo faceva sempre - era un vero e proprio caldo boia . . .  l'umidità era sempre talmente alta che vivevamo costantemente in un bagno di sudore. E poi c'errano gli insetti. Milioni di insetti che attaccavano, aggredivano, pungevano e ferivano in continuazione . . .  con momenti in cui credevamo veramente di impazzire".
Ma allora quel "sogno" era proprio così bello? Si chiederà il lettore. Se lo chiede nelle ultime pagine del racconto anche Cisamolo, ed esclama: "Si, mille volte si". Lui e Stefania nella Ceiba hanno vissuto "un Paradiso di tempi passati . . .  un vero paradiso terrestre . . .  Fra un paradiso di ieri, un paradiso di oggi e l'utopia di un paradiso di domani noi avevamo scelto il più difficile: il Paradiso di ieri. Ed avevamo avuto fortuna. L'abbiamo trovato, prima oltre le rive sabbiose color rosa del fiume Guendà e poi incastonato nella giungla del Beni, nella pampa sconfinata . . .  lontana dal resto del mondo . . .  Là dove la natura era rimasta fedele al Dio che l'aveva creata . . .  il Paradiso di ieri".
Leggiamo insieme il passo finale: "Nel Paradiso di ieri è scesa la notte. La linea dell'orizzonte, che durante il giorno era stata di un bel colore verde, si era gradualmente tinta di nero e poi era scomparsa mescolandosi con il buio uniforme della notte. Ma all'improvviso ecco che laggiù la linea invisibile dell'orizzonte era apparsa di nuovo . . .  in una forma nuova. Era come se quella linea lontana si fosse accesa di una luce tenue . . .  erano le lucciole, milioni di lucciole che avevano acceso il loro lanternino ed avevano ricoperto la pampa con uno strato di luce che si estendeva fino all'orizzonte. Il nostro sogno, il Grande Sogno, che ci aveva portati in quel mondo assolutamente fuori dalla realtà, si era avverato in tutto e per tutto . . .  avevamo trovato il nostro El Dorado, il nostro Paradiso, il Paradiso di ieri."
Al lettore l'invito di "rivivere e gustare" con l'autore questo suo quinto viaggio nella memoria di una vita straordinariamente intensa, avventurosa, affascinante.

Giovanni Corcagnani
 

 

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